Marco Annicchiarico - I cura cari - Einaudi

L’Alzheimer, un ospite ingombrante: “I cura cari” di Marco Annicchiarico

I cura cari” è il romanzo d’esordio dell’autore e poeta Marco Annicchiarico, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel settembre del 2022.

Marco è diventato un caregiver nel 2016 quando sua mamma è stata colpita dall’Alzheimer. Che cos’è un caregiver? Una persona che si prende cura di un familiare affetto da patologie o non più autosufficiente. Volendo trovare una traduzione in italiano, potremmo usare la parola “curacaro”, ed è proprio da qui che viene il titolo del nostro libro. “I cura cari” è dunque un romanzo autobiografico, la storia di come è cambiata la vita di Marco e Lucia con l’arrivo della malattia.

Marco Annicchiarico - I cura cari - Einaudi

Ho da subito avvertito una grande curiosità per questo libro. Da quando è uscito è stato lì sullo scaffale a fissarmi in attesa di essere letto, ho percepito quasi un richiamo. Non conoscevo né Marco né la sua storia, ma in qualche modo sentivo che era arrivato il momento di rimediare.

Marco, Lucia e la convivenza con la malattia

Il quarantenne Marco vive in Sicilia con la compagna Rosa e ha una sfrenata passione per la musica. Per lavoro infatti recensisce dischi e suona in una band. 

I suoi genitori, Sebastiano e Lucia, vivono ormai da molti anni a Milano, dopo essersi trasferiti da un piccolo paese campano. Quando Lucia inizia improvvisamente a dare i primi segnali di quella che potrebbe essere una demenza, Marco non ci pensa due volte e inizia ad andare a Milano sempre più di frequente. Quello che ancora non sa è che quei brevi soggiorni diventeranno presto un trasferimento permanente. Lucia, purtroppo, con il passare delle settimane peggiora sempre di più: inizia a non riconoscere il figlio, a dimenticare le cose, a scambiare le persone con gli oggetti.

Da fuori sembra tutto normale: il cognome sulla porta, il campanello dorato, uno zerbino con la scritta Welcome. Dentro è una realtà parallela dove le cose smettono di essere cose. Con quelle cose animate, con quelle cose vive, lei ci parla.

Marco Annicchiarico – I cura cari

La nuova realtà sconvolge sia Marco che Sebastiano, tutto sembra andare in frantumi, occorre trovare nuovi equilibri, un nuovo linguaggio, costruire una nuova quotidianità. Inevitabilmente anche la sua vita sentimentale va a rotoli, ma lui ora ha una sola missione: prendersi cura di sua mamma. Una madre che sembra tornata bambina, che nasconde gli oggetti, che inventa ogni giorno parole nuove e che necessita di cartelli per cercare di riconoscere cose che prima erano del tutto ovvie. L’unica cosa che Lucia non ha perso è sicuramente l’ironia e, tra una parola brusca e una risata, riesce in qualche modo a comunicare con suo figlio. 

Marco dunque, con amore, con pazienza e con tante difficoltà, sta accanto a Lucia cercando, con l’aiuto degli amici e dei medici, di non cadere nel baratro della malattia. Trova sollievo anche nella lettura di alcuni libri dello scrittore Flavio Pagano che raccontano con ironia la sua esperienza con la mamma affetta da demenza: “Scopro che Flavio ha inventato un neologismo bellissimo per identificare i familiari che si occupano di una persona malata: i curacari. Dentro questa parola c’è tutto, c’è la cura, c’è l’amore, c’è un legame tra due persone che continua e si trasforma per colpa della malattia. Con i suoi libri riesco a ridere dell’Alzheimer. E riesco anche a riconoscermi”.

Un romanzo poetico e commovente

Marco Annicchiarico ha dato vita a un romanzo poetico, dolcissimo e commovente. Con questo libro ha voluto dare voce ai suoi pensieri, alle sue sensazioni, spiegare come è realmente vivere con una persona malata. Lo ha fatto senza indorare la pillola, ma descrivendo esattamente la sua quotidianità, una quotidianità fatta di infinita pazienza, tanto amore e molte lacrime, spesso versate in silenzio, mentre Lucia dormiva. 

Considero il suo libro un validissimo strumento per aiutare chi purtroppo si trova a convivere con un familiare, un marito o una moglie affetti dalla stessa malattia, leggendolo potrà riconoscersi e riuscire anche a trovare un po’ di conforto e sollievo.

Mi è piaciuto molto il suo modo di raccontare, così vero e autentico: le frasi dialettali di Lucia, le sue parole sconnesse, il suo alternare momenti di lucidità ad altri di buio totale. Io per fortuna non ho mai avuto a che fare con persone affette da demenza, e posso solo immaginare quanto sia traumatico per un figlio non venire più riconosciuto dalla propria madre, quella madre che ti ha messo al mondo e che era il tuo più grande punto di riferimento.

“I cura cari” è un romanzo che ti fa passare dal riso alle lacrime in poche righe, penso quanto possa essere stato doloroso e liberatorio al tempo stesso scriverlo. È un romanzo che accarezza, ma che non fa sconti. Spesso durante la lettura mi sono commossa e mi sono trovata a riflettere su molti aspetti della vita, quella vita che da un momento all’altro può essere stravolta, e per questo bisogna prendersene cura.

In questo libro si percepisce davvero tutto lo smarrimento, la solitudine, il dolore e il senso di vuoto, ma anche l’amore e l’impegno che Marco ci ha messo per stare accanto alla sua adorata mamma, tante volte avrebbe voluto mollare tutto e tornare alla sua vita precedente, normale. Eppure non si è mai arreso e ha trovato il coraggio per restare e cercare di creare un nuovo modo di vivere per lui e per Lucia.

Ne consiglio vivamente la lettura a tutti, anche a chi, come me, non ha o non ha mai dovuto convivere con persone affette da demenza. È un libro che fa riflettere su tanti temi, su quanto basti un attimo per “perdere” le persone a cui vogliamo bene. Durante la lettura sono tantissime le frasi che ho sottolineato, ma mi ha colpito un dialogo in particolare, un passaggio in cui si percepisce chiaramente, purtroppo, che Lucia, per come Marco la conosceva, non tornerà più:

Sono diventato lo spettatore di una madre che si sta dissolvendo.

‘Io a te che cosa vengo?’ chiede.

La domanda arriva all’improvviso, come un sasso che dal nulla manda in frantumi una finestra. Cammino a piedi nudi sui pezzi di vetro, mentre mia madre prende la mira per lanciare un altro sasso.

‘In che senso?’ rispondo.

‘Cioè, siamo cugini, fratelli o cosa? È che so di volerti bene, ma non so dirti esattamente chi sei’.

Anche io non so più chi sono, e resto sospeso mentre cerco parole che si sono smarrite”.

L’autore

Marco Annicchiarico nasce a Milano nel 1973. Negli anni si sposta prima a Torino, dove fonda un’associazione culturale e la rivista letteraria “Fuori Asse”, e poi in Sicilia, dove ha collaborato con la cantautrice Rosa Mangano al progetto musicale dei T.M.O (Turi Mangano Orchestra).

Marco Annicchiarico

Nel 2009 esce la sua raccolta di poesia “E poco più lontano” per LietoColle Editore e nel 2020 “Poesia per il risveglio” per ‘Round midnight Edizioni. Per oltre due anni ha tenuto le rubriche “Diario di un caregiver” sulla rivista Mind Mente & Cervello e “Caregiver Whisper” per il sito letterario Poetarum Silva. Nel 2016, poi, si trasferisce a Milano per prendersi cura della mamma malata di Alzheimer e del papà affetto da tumore, che purtroppo morirà nel giro di pochi mesi.

Vista la solitudine di molte persone che si trovano a fronteggiare la demenza, fonda l’associazione “Gli smemorati di Via Padova” per costruire una rete di sostegno e organizzare corsi di arteterapia e ortoterapia.

Dalla pagina Instagram di Marco ho appreso che purtroppo, dopo 6 anni di lotta contro l’Alzheimer, Lucia è venuta a mancare lo scorso 16 novembre. 

Lui ha voluto salutarla con queste bellissime parole:

Mia madre è riuscita a tornare a casa sua, in quella casa che non sapeva più trovare. Ieri, mentre ascoltavamo le canzoni di Carosone, mi ha regalato la sua ultima risata. Forse lo sapeva già. Ho voluto bene a tutte le versioni di Lucia che ho conosciuto in questi anni, ad alcune di più, ad alcune di meno. Anche se mi preparavo da tempo, quella di oggi è una versione che avrei preferito non conoscere, una versione per cui non ero ancora pronto”.

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